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    MISTERY SERIES Investigatori in erba e misteri da scoprire. Ecco una serie per lettori intraprendenti e amanti del brivido e dell’avventura. Si incontreranno delitti irrisolti e misteri d’altri tempi. Ma anche ambientazioni attuali e caratteristiche di un mondo a misura di ragazzo. Nessuna certezza, tranne una: il divertimento è assicurato! IL MISTERO DELLE TRE TORRI Sara, ragazza curiosissima, è sulle tracce di un antico mistero che affonda le radici nel passato. La ragazza con i suoi amici indagheranno sul filo di antiche leggende, cimiteri abbandonati, arzille vecchiette e loschi figuri, in un’avventura che diventerà sempre più pericolosa e che si intreccerà con una delicata e bellissima storia d’amore.

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    DANTE SERIES L’opera, è stata riadattata sotto forma di fumetto, in quanto si è voluto dare una veste e una narrazione nuova alla Divina Commedia utilizzando un linguaggio visuale, più vicino ai giovani. IL PARADISO DI DANTE IN GRAPHIC NOVEL In questo canto Dante ha voluto descrivere un viaggio meraviglioso nell’amore e incidere nella storia della letteratura, una delle pagine più belle del genio poetico umano.
  • Questo progetto libro è stato pensato per avvicinare i bambini al delicato argomento dell’immigrazione. Inchiostro mare ha una simbologia dal doppio valore: da un lato rappresenta l’avversità che il protagonista si trova ad affrontare (nel testo il mare notturno “arrabbiato” e quindi nero) ma anche la speranza di un futuro migliore che il bambino mette nei suoi disegni (con inchiostro, penne e matite) e nell’atto creativo in generale.

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    Gocce di luna

    12,25

    È racconto fiabesco, dall’impronta molto ecologica, pensato per stimolare i giovani lettori al rispetto dell’ambiente. Un Re, egoista e insensibile, decide di fare abbattere la Foresta Grande per finanziare la guerra che devasta il suo Regno da tanti anni. La Quercia Madre, la Grande Madre della foresta, avvertita da un passerotto, fa distillare agli alberi le “Gocce di Luna”, un magico elisir, che ha il potere di togliere alle persone tutto ciò che è apparenza e lasciare solo ciò che veramente è dentro il loro cuore.

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    Fragolina e l’acqua

    12,25
    Quanta acqua abbiamo in realtà a disposizione e soprattutto quanta ne viene consumata ogni giorno, in mondo inconsapevole? Fragolina accompagnerà i lettori per capire come poter cambiare le cose.
  • Colle Ombroso non è un paese come gli altri. Qualcosa di oscuro sta per sorgere minacciandone la pace. Sullo sfondo di un teatro abbandonato legato ad una vecchia maledizione, quattro coraggiosi ragazzi tenteranno di portare alla luce il mistero che l’avvolge prima che le tenebre lo coprano per sempre.
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    In questo secondo episodio, dopo aver faticato tantissimo per costruire una squadra solida, i nostri eroi sono finalmente pronti per la fase finale del torneo Europeo. I ragazzi sono considerati degli out-sider e dovranno dimostrare quanto valgono. Ce la faranno? Per saperlo basta essere presenti al... calcio d’inizio!
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    Messaggi in Bottiglia

    12,25
    Questo è un racconto di formazione, dove la fantasia e la tenacia riescono a indicare la giusta strada da percorrere per comprendere e, perché no, per riuscire anche a trasformare il mondo intorno a noi. Lara è una bambina di 8 anni. Grazie alla sua curiosità e alla sua fantasia, riuscirà a capire che anche una bambina può modificare il mondo intorno a lei: basta iniziare da un messaggio in bottiglia...
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    Il brutto anatroccolo

    13,20
    L’accettazione del diverso, ma anche l’accettazione di se stessi. È la storia del “Il brutto anatroccolo” che attraverso un percorso di sofferenza, di scoperta e di crescita rinascerà a nuova vita.
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    I TRE ARCHEOLOGI SERIES Agenti segreti che esplorano il mondo affrontando oscuri pericoli e terribili minacce. Andranno i Egitto, in Mesopotamia alle origini della scrittura, nell’antica Grecia e sulle tracce degli Etrushi. I TRE ARCHEOLOGI - L’ORIGINE DELLA SCRITTURA In questa seconda avventura, i nostri eroi indagando gli albori della storia e della scrittura. Arriveranno in Mesopotamia, affrontando pericoli e scoprendo che il male è più vicino di quanto pensano.
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    Babbo Natale molto stanco, perché ha dovuto fare molto lavoro straordinario. Dopo aver consegnato l’ultimo regalo, è troppo sfinito per mettersi subito in viaggio, e si ferma a riposare in un prato. Qui incontra uno scoiattolo e un pettirosso, convinti che sia venuto a portare il regalo di Natale anche a loro. I due animaletti sono così fiduciosi che Babbo Natale non ha cuore di deluderli. Nel tentativo di recuperare un regalo anche per loro Babbo Natale perde il suo scarpone che viene recuperato da una bambina di nome Georgette...
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    I TRE ARCHEOLOGI SERIES Agenti segreti che esplorano il mondo affrontando oscuri pericoli e terribili minacce. Andranno i Egitto, in Mesopotamia alle origini della scrittura, nell’antica Grecia e sulle tracce degli Etrushi. I TRE ARCHEOLOGI - LA MASCHERA DI DIONISIO Dovranno recuperare la perduta Maschera di Dioniso, un temibile artefatto intriso dei poteri del celebre dio greco. Per farlo dovranno viaggiare tra i segreti dell’Antica Grecia, dall’Olimpo all’acropoli di Atene.
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    DANTE SERIES L’opera, è stata riadattata sotto forma di fumetto, in quanto si è voluto dare una veste e una narrazione nuova alla Divina Commedia utilizzando un linguaggio visuale, più vicino ai giovani. Ad aprile 2021 è già uscito “Il Purgatorio”. L’INFERNO DI DANTE IN GRAPHIC NOVEL In questa versione de L’Inferno sono riportati i canti maggiormente trattati nella maggior parte degli Istituti scolastici italiani.
  • Giro di anime  Sibilla ha sedici anni, è avventurosa e non ha paura di niente. Mentre sta esplorando una casa abbandonata durante un violento temporale, parte del soffitto le crolla addosso. Al suo risveglio, Sibilla si trova davanti un uomo ben distinto che le rivela di essere la Morte in persona. Dato che quello non era il giorno in cui sarebbe dovuta morire, la Morte le dice che avrà una seconda possibilità a patto che lavori per lei e la aiuti a raccogliere le anime. Sibilla accetta e si ritrova a con- dividere lo stesso destino con Leonardo, un imprenditore egoista ed egocentrico, morto a causa di un incidente stradale mentre guidava ubriaco. Seppur riluttanti, i due iniziano a raccogliere anime e a imparare qualcosa in più sulla vita, ma soprattutto su loro stessi.
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    Una cagnolina non vola mica Eimì, che in greco antico significa “io sono”, è una cagnolina sfortunata. Non sa ancora di avere quel nome, che le darà la giovane Federica, non sa cosa l’aspetta, non sa ancora neppure di essere una cagnolina... Non sa nulla, in effetti, ed è in balìa del mondo. La incontriamo nella pancia della mamma, dalla quale, appena nata viene strappata; chiusa in un sacchetto di plastica con i fratellini cuccioli e buttata in una discarica, in una notte di temporale furioso. Inizia così la parabola di Eimì, destinata a un lungo viaggio fino alla casa di Marco, Federica e Sara. Le disavventure vissute e le mancate cure materne le lasceranno mille paure, grandi titubanze e la voglia, a tratti insopprimibile, di volare. Di librarsi nel cielo, per sfuggire ai pericoli, nell’imitazione di cornacchie e gabbiani. Marco però le ripete che “una cagnolina non vola mica!” Così Eimì imparerà a sue spese, e grazie all’arrivo a tradimento di Potter, altro trovatello, quale sia il potere della fantasia che salva. Una storia tenerissima di rivincita e accettazione di sé, di apprendistato all’affettività, di educazione all’accoglienza e alla diversità, che è sempre un dono.
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    Il sorriso di Roberta

    13,20
    Il sorriso di Roberta Anna Chiara è una bambina curiosa, scruta le persone per scoprirne le storie e impicciarsi dei loro affari. Scopre, in mezzo ad un libro, una vecchia foto di due bambine. È la storia di Roberta e Nellina due bambine che si incontrano in una calda estate alla fine degli anni settanta. Questo racconto, basato su una storia vera, mira a far scoprire ai bambini il mondo della lettura e di conseguenza il significato della vera amicizia sviluppando quello che oggi i pedagogisti chiamano “apprendimento cooperativo”.
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    Italico

    16,60
    Italico Siamo a Roma, nell’anno 24 a.C. (730 a.U.C.): Asinio Pollione riceve la visita dell’amico Orazio Flacco, inviato da Mecenate a metterlo in guardia sui rischi che corre pubblicando la sua opera storica che racconta gli ultimi decenni della storia di Roma dal punto di vista di un protagonista scomodo, quale lui è stato. Asinio si trova a dover fare i conti con il passato e decide di affrontare un incontro rimandato per tanti anni, costringendosi a guardare in faccia una realtà sconvolgente, invano spinta ai margini di una vita di successo. All’interno di questa cornice, il romanzo ripercorre le vite di Asinio Pollione e Cecilia Metella, e insieme i grandi avvenimenti del tramonto della repubblica romana. È diviso in tre parti e costruito su capitoli che alternano i punti di vista dei due protagonisti, maschile e femminile: Cecilia è la figlia di Clodia, l’amata del poeta Catullo. Pollione, di origine italica, è stato uomo politico, ufficiale cesariano e scrittore, amico di Catullo, Virgilio e Orazio. Asinio viene da una famiglia italica giunta da poco a Roma. Nel 60 a.C. ha sedici anni e frequenta la casa di Clodia, dove conosce la figlia dodicenne della padrona di casa, Cecilia, un incontro che cambierà la vita di entrambi. Negli anni successivi Asinio diventa un valente oratore e inizia a seguire la politica avvicinandosi sempre di più a Cesare; Cecilia è testimone degli amori controversi di sua madre, degli attacchi di Cicerone alla sua famiglia e dell’uccisione di suo zio Clodio. A diciannove anni viene data in moglie a Publio Cornelio Lentulo Spinther: un matrimonio infelice, da cui cercherà scampo attraverso diverse relazioni con altri uomini, divisa tra l’aspirazione alla libertà e i pesanti condizionamenti familiari, sociali, politici. Il grande amore è però Asinio Pollione, il Marrucino. Asinio È un giovane ambizioso e desideroso di mettersi in luce con Cesare, che incarna l’energia rivoluzionaria di chi vuol cambiare un sistema politico logoro. Divenuto ufficiale cesariano, lo seguiamo alle prese con le vicende politiche e militari, mentre anche Cecilia entra nel gioco politico servendosi della sua posizione familiare, in un vorticoso succedersi di intrighi e cambi di fronte. L’ultima parte del romanzo vede i due protagonisti alle prese con i tentativi di risolvere l’enigma di alcune morti misteriose che sembrano avere oscure implicazioni nel clima violento delle lotte per il potere. Asinio e Cecilia hanno un ultimo incontro tempestoso, prima che le loro strade si separino, per riunirsi solo molti anni dopo, in un confronto drammatico che segnerà il loro destino.
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    Manuel viaggia in tutta Italia alla ricerca di giovani talenti da portare ai campionati Europei, riuscendo a mettere insieme una squadra molto competitiva. Ma qualcuno trama alle loro spalle. La fase finale dell’Europeo non è mai stata così ambita e combattuta. I nostri eroi, considerati degli out-sider, affrontano il campionato con spirito di sacrificio, ma forze oscure giocano contro di loro in campo e fuori. I nostri calciatori dovranno dimostrare quanto valgono, come atleti, ma soprattutto come persone.
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    I TRE ARCHEOLOGI SERIES Agenti segreti che esplorano il mondo affrontando oscuri pericoli e terribili minacce. Andranno i Egitto, in Mesopotamia alle origini della scrittura, nell’antica Grecia e sulle tracce degli Etrushi. I TRE ARCHEOLOGI - IL TESORO DEL FARAONE Selvaggia, Federico e Giulia, entrano a far parte dell’organizzazione ERA. Insieme dovranno svelare che fine ha fatto il tesoro della piramide di Cheope!
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    La luna quadrata

    12,25
    Nel cosmo sconfinato prevale il buio. La giovane luna, quadrata sin dalle origini, cerca invano la compagnia degli altri pianeti, ma spesso ottiene in cambio derisione e alterigia. Sino a quando incontra la Terra e i suoi abitanti. Tra essi Emanuele, suo nonno e il loro cane Galileo, minacciati da un potente e distruttivo meteorite. La luna quadrata non esita a frapporsi tra la Terra e il meteorite, salvando così i suoi nuovi amici. Ma a che prezzo? Una grande storia d’amicizia dai toni lirici e dalle tinte color oro e argento.
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    In questo canto Dante ha voluto dare la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento che le anime devono affrontare prima di accedere al Paradiso.
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    Nel quartiere dei numeri Naturali ci sono due nuovi circoli: tutti i numeri non vedono l’ora di iscriversi! Il numero Uno, però, viene rifiutato, perché non è né “primo” né “composto”...
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    A Ortolandia vivono Fragolina, Pomodorino e Lattughina, loro sanno bene che il nostro pianeta deve essere amato e protetto e grazie al loro coraggio troveranno soluzioni semplici a problemi complessi.
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    Il sole di passepartout

    14,25
    prefazione di Bruno Forte Il denaro è diventato ormai il parametro di riferimento di tutta la nostra vita: da ciò che pensiamo a ciò che facciamo, rappresenta la misura di tutte le cose. È lo scopo del nostro agire quotidiano, non più il mezzo ma il fine dell’esistenza umana. Gli ammonimenti di papa Francesco, ma anche di tanti laici, sui suoi effetti perniciosi, non possono lasciarci indifferenti. Se andiamo indietro nel tempo, ci accorgiamo che svariati classici greci e latini, la Sacra Bibbia, numerosi classici della letteratura, le encicliche sociali della Chiesa, affrontano il tema del denaro e della degenerazione nel suo utilizzo distorto, con interessanti spunti di riflessione che vanno rianalizzati alla luce dell’imponente crisi finanziaria degli ultimi 12 anni e della devastante emergenza dovuta alla pandemia causata dal coronavirus. Impossibile, poi, non fare riferimento a quanto hanno detto e scritto sul denaro, anche per il richiamo alla responsabilità, alcuni uomini di stato ed economisti, accademici e religiosi, filosofi, poeti e cantanti, attori e saggisti quando ci invitano a guardare a un nuovo umanesimo che ponga la solidarietà come antidoto alle nuove povertà. Insomma, va riconsiderato il ruolo del denaro nella nostra vita. E per farlo bisogna riflettere su come esso nasce, quali effetti crea nella società, che cosa significhi vivere a debito, perché bisogna agire puntando al bene comune: ecco, c’è bisogno di un’operazione verità che richiami l’uomo a nuovi comportamenti fondati sull’etica della responsabilità. Questo libro si pone in questo solco anche nel ricordo del professore Giacinto Auriti (1923-2006), “monetarista rivoluzionario” e ideatore del Simec, “la moneta del popolo”, che oltre trent’anni fa ebbe a preannunciare ciò che oggi ci tocca patire: la forza dell’indebitamento e del potere tecnocratico.
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    Una irrequieta sinfonia. Un variegato stormo alla ricerca della bellezza nella libertà delle parole.Nel conturbante susseguirsi di immagini rubate alle emozioni, si naviga a vista da Palermo a Trento a Copenaghen senza soluzione di continuità. Inebriati dal profumo del dolore, del sangue, della passione, nella distopia irreale di questo mondo. Nota del curatore FUORI DAL CORO è nata casualmente, o forse non del tutto. L’idea è di un percorso che si snoda per tutta l’Italia con una serie di tappe, dove è possibile “attingere” alla poesia. Trentatré autrici e autori che hanno risposto immediatamente al mio invito. Chiaredizioni nella figura di Arturo Bernava che ha accolto immediatamente la proposta. Idealmente direi quasi tutti gli amanti della poesia possono trovare nell’antologia più di  un'autrice o un autore graditi al loro palato letterario. In copertina uno strumento particolarissimo suonato da Mauro Gatti fotografato da Wanda De Faveri. Il titolo è venuto fuori per due motivi, il primo perché l’opera  è dedicata a Enrico Nascimbeni, un artista assolutamente fuori dal coro, il secondo perché veramente in questa antologia ogni autrice e autore fanno storia a sé, ma insieme sono uno splendido coro.
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    Holmes e Watson giungono negli Abruzzi pochi mesi dopo uno dei più disastrosi terremoti della storia del Paese, quello di Avezzano, con oltre trentamila morti, per supportare i RRCC nella ricerca di una nobildonna inglese scomparsa. Quello che sembra dapprima un ordinario caso poliziesco si complica tuttavia, a causa dell’incombente conflitto contro gli imperi centrali, di cui il giovane Regno è peraltro formalmente alleato. Il contesto geopolitico assume rilievo determinante a causa della patologica infedeltà di una nazione, certo non paragonabile, come diceva il cancelliere von Bülow, ad una moglie fedele cui si possa concedere un giro di valzer con un cavaliere. Un comportamento disinvolto è del resto auspicato da Gabriele d’Annunzio, che favorisce l’Inghilterra e la Francia, risultando il principale sostenitore di un’alleanza con le potenze dell’Intesa. Molti soffrono, pochi lucrano grazie alle possibilità offerte dalla ricostruzione post terremoto e dalla mobilitazione. Nuove terribili armi fanno il loro debutto tra i monti in fiore degli Appennini, ma una in particolare si rivelerà decisiva per la “buona battaglia” che un Maresciallo dei RRCC combatte: contro avversari esterni e nemici interni. Detta così, parrebbe la trama di un giallo che si intrecci con una spy story, ma il Vate vivacizza la scena, con la propria brillante figura di uomo di cultura, che all'azione affianca l'introspezione, al dinamismo aggiungendo il pepe del gioco intellettuale e della liaison amoureuse.
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    Ombre

    11,40
    Ombre La poesia è la capacità di leggere la vita comune con gli occhi imbevuti d’amore, ma con il giusto filtro, disincantato e innamorato. La poesia è la capacità di leggere la vita, spesso vittima dell’analfabetismo sociale.
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    Donne

    11,40
    Donne di Alessandra Bucci - Chiaredizioni Dolores, Giulia, Livia, Ottavia, Irma, Carmen ed Emma, sette donne, sette storie legate, le une alle altre, da un sottile filo. Sette racconti che ci invitano a riflettere, che non ci danno risposte, semplicemente ci spronano ad indagare fra le pieghe del mondo femminile per capire meglio i meccanismi che mettono in atto certi processi. Temi quali la depressione, l’omosessualità femminile, l’ossessione di diventare famosa, il risveglio dopo il coma, la sterilità, la violenza, il tradimento, vengono trattati con profondità e leggerezza, allo stesso tempo, mettendo in risalto, di volta in volta, la forza e la resilienza che caratterizza l’animo di tutte le donne.
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    Tre racconti per il teatro FONDAZIONE 139: Quattro personaggi con una responsabilità enorme, riuniti per un’impresa epica e disperata. Ognuno con i propri ideali, le proprie manie, le proprie paure. Una minaccia incombente che non può essere sventata, solo sfidata. Il coraggio, l’incoscienza, la ribellione contro una violenza cieca che spazza via ogni barlume di ragionevolezza. Resistere, stringersi l’un l’altro nonostante le irriducibili divergenze, per provare a fermare la barbarie, fino all’ultimo respiro. GLI AQUILONI DI ZUARA: Una madre e un figlio, due voci nel deserto che cercano un incontro, una possibile condivisione, al di là delle incomprensioni, dei conflitti latenti e mai risolti. Una ricomposizione è possibile? L’amore può davvero vincere tutto? Aleggia il dilemma, mentre sullo sfondo conflitti epocali esplodono ripercuotendosi anche sugli affetti più profondi. LA CODA: Un’aula di tribunale, un processo. Una giudice deve sentenziare su una grave accusa sospesa nell’aria, mentre un avvocato difensore sostiene strenuamente le ragioni dell’imputato contro un pubblico ministero dalle inscalfibili granitiche certezze. Uno scontro all’ultimo cavillo senza esclusione di colpi, fino all’apparizione dell’accusato: il mite Giandelfo, custode di un terribile segreto.
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    La ricamatrice di sogni

    12,35
    La ricamatrice di sogni  Per vivere l’amore e diventare protagonista del suo futuro, Carolina si ribella ai percorsi indicati dalla tradizione, al conformismo, alle chiusure mentali, ai pregiudizi. Siamo nella prima metà del ventesimo secolo, in un borgo montano, severamente legato alle tradizioni. Carolina è una giovane ventenne: attraente, e piuttosto ribelle. Affascinata dal nuovo e dal mondo che si agita dietro l’orizzonte limitato dei suoi monti, non nasconde il suo disagio. Il borgo in cui vive non ha la sua taglia. Lei sogna il vero amore, una vita più piena e stimolante. Quando incontrerà Corrado, le sue ambizioni cominceranno a prendere forma, ma gli ostacoli da superare andranno oltre ogni previsione. Dovrà, sì, sfidare la sua famiglia e l’intera comunità paesana, ma dovrà fare i conti anche anche con il difficile passato di lui e con gli imprevisti della vita. Il loro sarà un cammino di difficile e dolorosa introspezione, per liberarsi dalla paura di non riuscire a vivere l’amore nella sua totalità. Quando, finalmente ciò accadrà, si sentiranno all’apice della felicità, ma, se e quanto essa durerà, non sarà loro responsabilità.
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    Di lì a poco sarebbe piovuto Alfredo è un giovane giocatore di pallacanestro, dalla sensibilità esasperata e dalla carriera terribilmente discontinua. Un giorno incontra Marco, un ragazzo da lui molto diverso, delicato e forte allo stesso tempo, semplice fino all’estremo eppure in grado di insegnargli molte cose, di farlo entrare senza quasi accorgersene in un solco positivo di gioia esistenziale e di continuo progresso. I due ragazzi aprono un jazz club a Chieti, la città di Alfredo, e col passare dei mesi e degli anni, attraverso il procedere del loro lavoro comune, della carriera sportiva e gli studi di Alfredo ed altri avvenimenti significativi, la loro unione diventa fortissima, quasi un inno, appena mormorato eppure potente, alla vita e al suo grande mistero da onorare a tutti i costi.
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    L’operazione Fritz

    14,25
    L’operazione Fritz  Tre anni al servizio della ricerca di una verità più completa, più dignitosa, più giusta per il popolo e per la memoria di un uomo buono e giusto come Aldo Moro. Il libro contiene, infatti, l’analisi dei veri nemici di Moro partendo dalla politica internazionale, dalle sue “coraggiose” vedute circa la possibilità di un superamento della logica di Yalta e per una costruzione di una politica di pace soprattutto nell’area del Mediterraneo. L’esame dei fatti e dell’attuale interpretazione degli eventi di via Fani, sulla base di una montagna di prove e sull’ultima commissione d’inchiesta attraverso le parole del presidente Fioroni, costituisce, allo stato attuale, un’interpretazione lacunosa e incongrua di una verità forse ancora più tragica e scomoda di quella fin qui rilevata. L’opera si pone nella finalità di contribuire alla ricerca della verità e alla soddisfazione dell’anelito di giustizia che l’intera comunità italiana avverte nei confronti di tali tragici fatti. Una sfida di una ricerca che, malgrado tutto, continua.
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    Il patto tradito

    14,25
    Il patto tradito 18 dicembre 1979. A Chieti si apre il processo a Daniele Pifano, Giorgio Baumgartner, Luciano Nieri, Nabil Kaddoura e Abu Anzeh Saleh, implicati nella vicenda dei missili di Ortona. 2 agosto 1980. Un ordigno contenuto in una valigia abbandonata viene fatto esplodere nella sala d’aspetto della stazione ferroviaria di Bologna, causando 85 morti e più di 200 feriti. Si tratta di due fatti all’apparenza slegati, ma è davvero cosi? Alcuni elementi sembrano evidenziare un inquietante nesso di causa-effetto. E se fosse stato proprio l’esito del processo a innescare la strage? A partire da questo interrogativo, Marino Valentini, riapre una pagina scottante della recente storia d’Italia; ripercorrendo gli anni di Piombo, l’attività stragista e gli attentati che li hanno segnati – dalla strage di Bologna a quella di Ustica, di piazza Fontana e piazza della Loggia, passando per il sequestro Moro – rimesta nei più torbidi Segreti di Stato alla ricerca di una verità che non ci è mai stata svelata.
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    W l’amore Alalà!

    18,50
    Alle 14.30 dell’11 settembre del 1919 Gabriele d’Annunzio già dormiva; era crollato quando la coca aveva esaurito il suo effetto eccitante ed era subentrata la fase down. Era nervoso e respirava nel sonno con una specie di sibilo fioco a traverso le gengive, il suo era un dormire agitato e malsano, giaceva su una branda lacera ed era preda di allucinazioni, anche perché aveva la febbre alta. I maledetti camion che avrebbero dovuto trasportare gli uomini del suo improvvisato esercito tardavano a giungere. Comunque stesse, domando la propria carne miserabile, aveva onorato l’impegno coi “Giurati” ed era giunto puntuale là dove s’era convenuto. Attendeva ora insieme ai Granatieri, orgogliosi rappresentanti del corpo militare più antico del Regno, che scalpitavano per tornare a Fiume di dove erano stati cacciati da un ingiusto verdetto. Aperti gli occhi, la prima cosa che vide fu un fresco grappolo d’uva ch’era stato posto per Lui in un piattino su di una sedia, ma aveva lo stomaco sotto sopra e non ne provò dapprima desiderio. Mise i piedi a terra, guardò quindi nuovamente quegli acini, si nascondevano sensuali dentro il loro involucro in un viluppo femminino. Pensò alla voluttà del separare acino da acino, nella massa aderente come in certe gonne il corpo e all’umidità viscosa del frutto di Leila dopo il piacere. Decise infine che gli ricordavano i suoi capezzoli, così ne succhiò qualcuno, piluccando appena quei frutti che lo rinfrescarono senza tuttavia domarne l’arsura. Vestitosi scese in strada, si sorprese perché era buio, alzò lo sguardo al cielo, la notte era stellata.
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    Metamorfosi Inverse

    12,80
    Una storia che si offre al lettore come una sorta di intricato “nodo”, una matassa ingarbugliata da sciogliere, pagina dopo pagina, passo dopo passo. Un metaforico viaggio ricco di sfumature e colpi di scena che porterà Betta, la protagonista, il goffo e paffuto bruco costretto ad affrontare situazioni difficili e dolorose, a spiccare finalmente il volo dopo aver allentato e sciolto gli stretti nodi che la tenevano legata a terra. Problematiche di origine psicologica, quali tricotillomania e bulimia, segnano e caratterizzano il passaggio alla maturità mentre sullo sfondo storie di degrado e bullismo non riescono ad impedire alla nuova Elisabetta di poter sbocciare innalzandosi verso l’alto per diffondere nell’aria la sua nuova e gradevole essenza. Un profumo che sarà d’aiuto anche a chi nuota ancora nel fango e avrà bisogno di legarsi in qualche modo a lei per venirne fuori.
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    I Tiberi

    14,25
    La famiglia che si riunisce per la cena, le storie raccontate centinaia di volte, ogni volta con nuovi e affascinanti particolari. Figure mitiche, paure ancestrali, leggende, avventure, in definitiva...vita. Sono nato e cresciuto a Fabriano, una piccola città di provincia, sono cresciuto ascoltando storie di epoche passate che mi hanno trasmesso emozioni forti ed hanno influenzato le mie scelte di vita. Storie semplici di una famiglia comune. Queste storie potevano perdersi nei meandri della nuova vita digitale, così, spinte da vita propria hanno voluto prepotentemente lasciare un segno. Io sono solo un mezzo, un ponte tra le storie e tu che leggi e magari le potrai raccontare ancora. Quel microscopico frammento del Creatore che è in ognuno di noi prende il sopravvento. Un bisogno, una necessità dell’anima che non posso ignorare. Mi tuffo a capofitto nei sentieri scoscesi della fantasia e mi sento vivo
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    Una grossa fregatura

    12,35
    Colleverde, Abruzzo, gennaio 2013. Peppino Canale, un vecchio commercialista vedovo di origine campana, ha avuto molti guai nella vita, fin da giovanissimo, da quando vide suo padre tornare dalla lunga prigionia nei Balcani macilento e sconfitto, svuotato, nemmeno l’ombra dell’uomo che aveva conosciuto da piccolissimo. A questa ferita, la sfortuna ne aggiungerà diverse altre, tanto da farlo vivere “come un naufrago, un sopravvissuto, che non osa sperare di più per paura di essere troppo deluso, uno a cui già avere la terra sotto i piedi, il sapore di un frutto sulla lingua, paiono eventi miracolosi.” Una mattina Peppino, mentre incautamente porta il suo cagnolino a passeggio prestissimo, scivola su una piccola lastra di ghiaccio e rimane con gambe e braccia paralizzate. Stenta a credere che il destino gli abbia voluto riservare una nuova simile sventura. Nell’ospedale di Pescara passa giorni tremendi, eppure, preda di un immenso dolore e sconforto, riesce a non lamentarsi mai, ad essere “quel che è stato nella sua mente e nel suo cuore per tutta la vita... Forte fino in fondo”. Ma altre esistenze si incrociano con la sua, mentre vaga tra i ricordi del suo passato e i fantasmi delle allucinazioni causategli da dosi massicce di cortisone, passioni sublimi e miserie umane che il fato mescolerà in modo imprevedibile, quasi beffardo, nello svolgersi di “quel gioco crudele che è la vita”.
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    La verità storica delle origini mediorientali di Roma emerge con evidenza indiscutibile da molteplici dati documentarî che si legittimano vicendevolmente in direzione univoca: fra questi merita particolare attenzione il celeberrimo ratto delle Sabine, la cui contestualizzazione storica è sempre stata per tutti gli studiosi un rompicapo più o meno spassoso, mentre nel presente studio non ha bisogno di spiegazioni perché si spiega da sé, stante il fatto che i rapitori romani erano profughi, tutti di sesso maschile perché soldati, sopravvissuti alla disfatta del loro esercito sconfitto dal re degli Assiri e necessitati a non far più ritorno in patria per non rendersi riconoscibili come prigionieri/ schiavi del medesimo. Dal capitolo dedicato ai rapporti che intercorrono fra linguistica e scienza - con la punta di diamante costituita dalla seducente (e inquietante) identificazione socratica di tutte le scienze con il logos che le rende comunicabili - si evince con chiarezza che il metodo adottato nella presente silloge di ricerche - pur estranee all’area delle cosiddette scienze esatte - è esemplato su quello di Einstein, secondo il quale la scienza utilizza la conoscenza (knowledge) come materia inerte, mentre affida le proprie potenzialità creative all’immaginazione (imagination), che non è mai invenzione di fandonie e comunque fa tutt’uno con la tradizionale ipotesi scientifica correttamente intesa. Si richiama la cortese attenzione del lettore, oltre che sul capitolo puškiniano - ricco di geniali aperture critiche - a firma di Stefano Di Virgilio, sui brevi studi della terza sezione, dedicati a quattro toponimi del nostro Abruzzo e facili da interpretare anche come spie della inadeguatezza ermeneutica di certa erudizione locale, animata da sincera passione ma povera di autentica imagination. Fra gli altri interventi brevi, che condividono il rigore metodologico con le restanti trattazioni estese, merita un’attenzione particolare lo studio etimologico della parola casa, che sviluppa a titolo paradigmatico un flash conclusivo del 1°capitolo e getta luce apodittica sulla facies aramaica di Roma/Rum rinviando inoppugnabilmente - con evidenza lapalissiana - alla parola aramaico-palestinese kasâ ed obbligando a gettare alle ortiche tutte le etimologie escogitate in merito dai massimi esperti del settore. Non va tralasciata, infine, la luce un po’ spietata che nel capitolo su Brecht la traduzione hoelderliniana dell’Antigone sofoclea getta sulla scarsa conoscenza della lingua greca da parte di Goethe e Schiller.
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    Atti intimi

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    Atti intimi è un omaggio alla poesia e alla canzone, generi che sempre ho visto molto affini alla pittura, sia per “immediatezza” nella fruizione, sia per la capacità di suscitare emozioni e sensazioni, alla pari di un dipinto. Anche dal punto di vista tecnico non trovo molta differenza tra scrivere una poesia/canzone e dipingere un quadro. In un dipinto i colori si accostano, si sovrappongono, si “coprono”, si diluiscono, cambiano forma; così come si accostano, si cambiano e si assemblano le parole – per dare alla poesia o alla canzone – quella “personale” visione del mondo e delle cose. La poesia e la canzone sono visioni, descrizioni, espressione di sentimenti ed immagini attraverso le parole. Stessi elementi che si trovano in un dipinto. Perché allora queste opere? Che senso hanno questi colori, queste forme, per rappresentare parole già rappresentate? Lungi da me l’idea di dare colori e forme per spiegare le parole dei poeti/cantautori. Una poesia/canzone può ritenersi tale quando il poeta riesce a trasmettere, attraverso le parole, immagini, colori, sensazioni. Per cui non ha nessun senso riprodurre solo per tradurre su tela. Non è la prima volta che “rischio” con azioni di questo tipo: spesso scelgo di rischiare perché nella Vita come nell’Arte il rischio pretende la sua parte. E mi piace rischiare da “eretista”, rifacendomi alla lettura che Giuseppe Vuolo ha fatto del romanzo “L’Eretista”, appunto, dell’amica Chiara Daino, anche lei presente in questo progetto con due opere. Il primo “rischio”: amalgamare nella stessa superficie risultati visuali/verbali differenti, cercando così di stratificare la percezione finale. Un lavoro fatto in passato attraverso le xerografie, le fotografie, immagini “videografiche”, trattate elettronicamente e plasmate in un immagine unica dove, come spiega Carlo Branzaglia, nasce «un dialogo che coinvolge da un lato il segno libero, puro, “pittorico”, manuale insomma; e dall’altro l’immagine citata, reiterata “decorativa”. Dove per pittorica si intende la forma nata dal coordinamento psico-fisico espresso dalla pennellata; e per decoratività la volontà di estetizzare l’ambiente attraverso interventi che suggestionano i nostri sensi. Perché ricordiamolo l’estetica è la scienza dei sensi». Secondo rischio: in “Atti intimi” la stratificazione è più concettuale che visiva. Lo “strato” iniziale è la poesia, la canzone (o parte di esse), con il presupposto di dare una continuazione, attraverso il colore, per aggiungere uno spazio altro alle parole dei poeti/cantautori; interpretando quello che io “vedo” e “sento” nella lettura/ascolto. Una sorta di restituzione e di riflessione “intima”, nella quale il limite, tra forma e parola, è scardinato e ricostruito a vantaggio delle tre “arti”. Sì! Il limite tra le arti distrugge l’arte stessa e abolendo i confini: ritorna la sinestesia che opera. Il colore fine a se stesso, seppur ingrediente necessario nella pittura, non è, e non può, essere l’unico. Ogni pennellata è accompagnata da un proprio bagaglio culturale imprescindibile, dal quale non possiamo esimerci. In questo caso è accompagnato da “parole”, prese a prestito dai poeti/cantautori. Ogni opera è un “atto intimo”, dove il dialogo tra la parola, la materia e la pennellata si materializzano in una sorta di nuova “frontiera”, dove tutte le azioni fluiscono e confluiscono.
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    Il cuore… in ogni passo

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    Era ancora “Abruzzo” quel territorio verdeggiante, sito tra maestose montagne, che, nel secolo scorso, poté annoverare tra i suoi figli un uomo dal nobile cuore. Esiliati, anni più tardi, dalla regione di appartenenza, quei luoghi furono ignorati dalla regione che li aveva reclamati, Fu così che povertà, ignoranza e incuria presero il sopravvento. E venne l’emigrazione. Padri lontani, madri rimaste sole con figli piccoli da nutrire, anziani senza disponibilità economiche e pochi uomini validi che provavano a sopravvivere con le scarse risorse del suolo: boscaioli, taglialegna, coloni. E poi, la guerra. La guerra con la sua forza distruttiva e immani tragedie familiari. Don Luigi fu l’angelo inviato dalla Provvidenza, ad alleviare le sofferenze del corpo e dell’anima dei suoi conterranei e a distoglierli dalla rassegnazione, attivandosi sia sul fronte professionale che sociale, donando nuove speranze. “Medico credeva nella parola del Vangelo. Ebbe fede nella libertà e nella giustizia sociale. Visse più per gli altri che per sé”. (Epigrafe sul monumento a lui dedicato ad Antrodoco)

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